Simone de Beauvoir – La forza delle cose
La forza delle cose, terzo capitolo dell’autobiografia di Simone de Beauvoir, è il ritratto di un’epoca e di un periodo storico col filtro di chi l’ha vissuto. In questo terzo volume il grande racconto si interseca ancor di più rispetto ai precedenti alla microstoria di Simone de Beauvoir in un risultato commovente e sublime, personalmente amo molto il suo modo di scrivere e da questo librone di 623 pagine mi sono lasciata trasportare alla scoperta di quel periodo che va dalla fine della Seconda guerra mondiale alla guerra d’indipendenza algerina particolarmente sentita dall’autrice e per questo raccontata (anche dal punto di vista politico oltre che umano) senza fare sconti ai suoi connazionali.
Come l’autrice ci ha abituato con i precedenti volumi (Memorie di una ragazza per bene e L’età forte) il racconto costituisce uno spaccato sulla società e sul clima culturale dell’epoca, servendosi: di viaggi, pagine di diario, conversazioni, amicizie, influenze più disparate ed è bello vedere il suo interagire con altri intellettuali, conoscere un po’ di più la persona che sta dietro il personaggio (non solo di Simone ma anche di tutte le persone che le ruotavano attorno).
In questo terzo volume vediamo Simone particolarmente attiva e vitale, spesso impegnata a teatro con Sartre o dedita a viaggi per studio o per amore che la vedono approdare nei posti più disparati del mondo, si impegna nella scrittura che per un periodo diviene come lei stessa afferma “la sua unica attività”, si delinea sempre di più la sua volontà di fare della scrittura la propria professione.
Tra i tre volumi questo è sicuramente il più movimentato (siamo ormai giunti a un’età adulta e di indipendenza per l’autrice) un po’ sulla scia di quanto stava avvenendo alla fine del precedente volume ma in un modo ancor più amplificato, non poche sono le digressioni sul racconto dei viaggi, un po’ come se fosse una fotografia, la voglia di fissare il momento restituendo con fedeltà il suo tempo presente.
Non possono poi mancare tematiche come: la morte, le difficoltà e le malattie che costituiscono e accomunano la vita di ogni essere umano, l’invecchiamento, la fine di alcuni rapporti importanti, la disillusione politica.
È un testo denso, pieno in ogni sua pagina e questo costringe il lettore a un ritmo di lettura cui forse non si è più abituati nell’epoca di narrazioni che sono caratterizzate da frasi brevi, concise e immediate in questo caso ogni pagina richiede uno sforzo intellettuale ed è per questo che si procede a piccoli passi, per focalizzare e apprendere tutto quello che l’autrice ha da dirci, non sempre risulta di agevole lettura ma se si riesce ad affrontarlo può sicuramente arricchire l’animo del lettore.
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Ti lascio anche il post in cui ho parlato de “L’eta forte“, il secondo capitolo di questa autobiografia in quattro volumi.