Marta Jiménez Serrano – I nomi propri
Chi racconta questa storia storia è Belaundia Fu, l’amica immaginaria-coscienza della protagonista, Marta. Il racconto è quindi scritto in seconda persona singolare, la narratrice onnisciente si rivolge direttamente alla protagonista, raccontandole la sua vita. Solo nell’ultimo capitolo dal titolo “Marta” è lei stessa che prende le redini e il testo passa ad essere scritto in prima persona.
“I nomi propri” è un racconto di formazione, seguiamo Marta e Belaundia nei primi anni di vita e in varie fasi della crescita. Siamo costantemente portati dalla narratrice a fare un salto avanti e uno indietro nel tempo e nella vita di Marta; ci sono alcune formule ricorrenti durante il corso della narrazione.
I nomi sono il nostro modo per incontrare e conoscere il mondo: sono loro che danno vita alle cose. La vita e il processo di crescita consistono nell’imparare cosa vogliano dire tutti quei nomi in cui ci imbattiamo vivendo, riuscendo a farli propri.
La scrittura chiara, semplice e ben calibrata dell’autrice regala un’esperienza di lettura scorrevole e coinvolgente.
Ho amato tantissimo questo libro, mi sono affezionata a Marta e alla sua storia che mi ha ricordato il profumo del mare, le estati lunghe di quando si è piccoli e le prime cotte adolescenziali, era proprio quello che volevo!
Ho sottolineato passaggi e passaggi, perché a volte la vita di Marta assomigliava molto alla mia e penso anche a quella di molte altre persone che potranno in un modo o nell’altro rivedersi tra queste pagine. L’ho finito e avevo già voglia di rileggerlo. Consigliassimo, sopratutto da leggere d’estate in riva al mare o a bordo piscina per immergersi ancora di più in queste atmosfere.
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