Marina Abramović – Attraversare i muri
Tra le pagine di questo libro ho ascoltato le urla dei giovani delle rivolte del ’68, il tuono sordo della guerra, il caldo asfissiante del deserto australiano mi ha tolto il respiro, ho osservato la durezza di una famiglia senza amore, ho sentito il grigiore del regime di Tito e ho respirato l’ambiente artistico che, nonostante tutto, continuava a fiorire con giovani ragazzi che si radunavano e discutevano di cosa fosse l’arte quale ruolo dovesse avere.
La storia di Marina Abramović scorre facilmente, parola dopo parola ci fa immergere nella sua vita e fino a volerne sapere sempre di più, di questa bambina che da piccola giocava alla roulette russa con un suo amico e che era destinata a diventare una delle più importanti performance artist del mondo sempre in bilico tra la vita e la morte.
In questa autobiografia Marina Abramovič, come se fosse in una delle sue performance si mette a nudo e racconta molti eventi privati e pubblici che hanno segnato il suo vissuto.
La prosa è piacevole da leggere, il ritmo di tutta l’opera è sostenuto e si procede negli anni della vita dell’artista con una voglia viscerale di saperne di più, mi sono appassionata alla sua vita e al suo lavoro ancora di più di quanto non fossi già.
Trovo sempre molto interessante vedere come gli artisti definiscono e raccontano la propria arte, permettendo a chi sta ad ascoltare di cogliere maggiori dettagli o, banalmente, di conoscere il senso dell’opera che l’artista voleva imprimere; in questo libro siamo presi per mano da Marina Abramović che come in un lungo flusso di coscienza racconta, in maniera minuziosa e dettagliata la sua vita, i suoi lavori e i suoi dolori.
Questo libro è meraviglioso, lo consiglio a tutti, che conosciate o no l’opera di questa artista trovo che sia un libro godibile anche se non si ha un background di informazioni su di lei, la prosa scorrevole vi farà immergere nel suo mondo e nella sua vita come se si trattasse di un romanzo!
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