Elena Gianini Belotti – Dalla parte delle bambine
Nei primissimi anni dell’infanzia i bambini e le bambine giocano indistintamente con gli stessi giocattoli, tuttavia, c’è un momento della crescita in cui l’adulto inizia ad aspettarsi dei comportamenti differenti in base al sesso di appartenenza e quindi, ad esempio, che l’una faccia alcuni giochi e l’altro ne faccia di diversi.
“Dalla parte delle bambine” è un saggio, del 1973 e questo fattore non può essere ignorato a parer mio, che analizza come la società
-che di fatto siamo tutti noi- plasmi i ruoli “maschile” e “femminile” fin dalla prima infanzia anzi Gianini Belotti dimostra come, ancor prima di venire al mondo si creano delle aspettative circa il genere del nascituro e il suo futuro.
Come sottolineavo prima, c’è da considerare che il testo è un po’ datato e questo si avverte durante la lettura maggiormente nella seconda metà del libro (gli ultimi due capitoli, per intenderci) in alcuni passi che risultano ormai superati. Nonostante questo il saggio offre delle ottime basi per far partire delle riflessioni sul ruolo culturale dei generi e su come gli adulti carichi di aspettative e forti del “è così che ci si deve comportare” spesso suggeriscano (anche inconsciamente) il comportamento che si conformi perfettamente al sesso d’appartenenza.
Una citazione (tra le tantissime che potrei riportare) che, in prima persona ho potuto constatare come ancora attuale nella realtà è questa:
“Si interviene se una bambina ride sguaiatamente, ma ci va benissimo che lo faccia un maschietto. Non tolleriamo che una bambina stia scomposta, ci sembra normale che stia scomposto un maschio. Si pretende che una bambina non urli, non parli a voce alta, ma se si tratta di un bambino ci sembra naturale. Puniamo una bambina, trasalendo di raccapriccio, se dice parolacce, se le dice un maschio ci viene da ridere.”
Trovo questo libro molto utile per renderci conto degli errori che facciamo quando siamo coinvolti nella formazione ed educazione di nuovi individui.
Spesso mi viene chiesto che libro consiglio a chi sta per diventare genitore, questo qui è un valido alleato! Così come lo consiglierei, per essere quantomeno al corrente di alcuni inganni che ci auto-tendiamo, a tutte le persone che lavorano nell’ambito dell’educazione.
Il saggio aiuta a comprendere come la società e la cultura siano a tal punto parte di noi che quando ci rapportiamo con una bambina o un bambino si attivano dei campanelli che ci spingono a muoverci in una direzione o nell’altra; ci aspettiamo dei comportamenti e spingiamo i bambini a continuare a percorrere quello stesso sentiero fin anche a correggere laddove la risposta non sia quella che ci si aspetta dal sesso di riferimento.
Lo facciamo inconsciamente, perché il tranello più grande che la cultura tende all’uomo è quello di apparire come “naturale” quando ben sappiamo che di naturale non c’è molto nel modo di agire dell’essere umano per aiutare tutte le persone a migliorarsi in questo ambito libri come questo possono offrire sicuramente una chiave di lettura e permetterci di interrogarci di più sul nostro modo di agire.
L’educazione, il modo di fare e i ruoli di genere sono culturali e di conseguenza appresi, non c’è niente di innato in tutto questo.
Concludo invitandoti, se vuoi, a raggiungermi su Instagram per rimanere al corrente delle mie letture e ti ringrazio per aver letto questo articolo!